Luoghi “impressionanti”

La casa in campagna

L’intorno

Il luogo che più ha impressionato e colpito fin da bambino la mia sensibilità è la casa in campagna appartenuta a mio nonno . E’ immersa nel verde per una parte coltivato e per una parte incolto e leggermente ammacchiato. E’ situata qualche centinaio di metri sopra l’abbazia di Fossanova la quale è chiaramente visibile, siccome in linea d’aria vicinissima, come lo era gran parte della pianura pontina con borghi e paesi annessi. Parlando dell’aspetto architettonico ho in mente 2 fasi riguardo la sua esistenza: In un primo momento la casa appartenuta a mio nonno era stata costruita in lamiera coibentata sorretta (se non ricordo male) da un’intelaiatura in acciaio e questa mi suscitava una sensazione di leggerezza, quasi di instabilità; La seconda immagine che ho in mente è quella invece di una sorta di monolite, la pesantezza data dai muri perimetrali dopo che era stata rivestita in scorza di pietra (si fa per dire) per uno spessore che andava oltre i 20 cm, poteva svolgere per assurdo già da se una funzione portante. La scorza di pietra ricavata dalle rocce e sassi avanzati per la sostituzione e il mantenimento dei terrazzamenti circostanti, era ricca di particolari e di disegni, visto che nella zona vi era una grande presenza di rocce sedimentarie. L’intorno della casa era un piazzale in cemento ricoperto da una tettoia in legno con delle ringhiere che davano sul panorama e un cancello in ferro battuto che dominava la scena, dove affacciandosi ,nelle belle giornate, si poteva vedere chiaramente il picco del Circeo ed alcune volte persino le isole Pontine. Anche di notte il panorama era spettacolare poiché si potevano distinguere, attraverso le luci, i piccoli borghi, le città più grandi e gli assi di collegamento principali. Il rispetto per la natura era impressionante, ricordo che a ridosso del muro della casa che dava verso nord vi era una penisola in mattoni rossi che probabilmente già anni fa era stata costruita lasciando lo spazio al suo interno per l’espansione di un albero d’ulivo che era già secolare, inoltre dato che nella zona l’agricoltura era, fino a una generazione prima, l’attività principale di sostentamento per una famiglia, si poteva notare come gli anziani rispettassero in maniera quasi esagerata gli alberi da frutto che effettivamente erano una delle poche fonti di guadagno e grazie alle quali si poteva vivere. Questo stile di vita si riversa anche sui terrazzamenti,che oggi, già da qualche decennio, vengono lasciati allo sbaraglio, mentre in precedenza venivano manutenuti attraverso la pulizia dei passaggi e infatti dal mio ricordo e da quello che di tanto in tanto vedo tutt’ora la presenza di terrazzamenti in stato di degrado è notevole e si cercano continuamente delle soluzioni per evitare il crollo di questi ma senza successo.

La casa

Entrando dentro la casa ci si poteva accorgere della semplicità con cui erano state fatte e pensate le stanze e gli ambienti. Era piccola. L’ambiente più grande era quello del salone-cucina che forse misurava intorno ai 25-30 mq ,di forma longitudinale, che era caratterizzato dalla presenza di un tavolo rettangolare nel centro della stanza. Le pareti erano intonacate e vi era un camino nell’angolo sud ovest della casa. Aveva una pianta quadrata e parte della cucina,i quali impianti relativi dell’acqua e del gas erano costruiti contro il muro che conteneva anche quelli dei servizi igienici del bagno, si spartiva lo spazio rimanente del salone insieme ad una camera da letto ed al bagno stesso. Gli ultimi due erano di dimensioni ridotte e le relative entrate si affacciavano su un corridoio molto stretto che aveva solo un compito di distribuzione rispetto agli ambienti circostanti per permetterne il raggiungimento. I materiali all’interno erano pochi e facilmente reperibili: Cotto per quanto riguarda il pavimento, le pareti intonacate e rifinite con pittura bianca ,mattonelle molto vecchie, forse anni 30 , fino ad una certa altezza, sulle pareti dietro i pensili della cucina e nel bagno.  Il camino interno era comunque rivestito in scorza di pietra. Un tappeto di origini orientali era appeso a mo’ di quadro sulla parete più lunga del salone ed era contornato di qualche quadro contenente foto di famiglia qui e li, come del resto lo era tutta la casa. Ogni parete perimetrale aveva un’apertura che permetteva l’entrata della luce con infissi in alluminio bianchi e aveva in totale 2 porte di entrata. Una delle finestre comunicava direttamente con la penisola esterna di cui ho accennato prima ed era situata a lato di un forno a legna.

Infine credo che il motivo per il quale io debba pensare a quel luogo avendone un’immagine mentale piacevole risieda nel fatto che il ricordo di esso è legato ad una molteplicità di fatti ed emozioni legati ad avventure, disavventure e situazioni che in quel periodo mi hanno riempito l’infanzia e la prima adolescenza che hanno caratterizzato e caratterizzeranno in futuro la mia persona.

Fitness Center

Il progetto in esame è situato a Barcellona (1993-1996, 1200mq) ed è un fitness center realizzato da Carlos Ferrater. Il centro è situato in un’area di soli campi, attrezzature e circoli sportivi. L’idea di adottare una soluzione ipogea nasce dal fatto che vi era l’impossibilità di creare volume fuori terra, cosi servendosi di fondazioni già esistenti sul sito, si è deciso di creare una sorta di scultura nel terreno che evidenzia una centralità nella quale sono orientati e fuoriescono dal terreno dei finti muri portanti che in realtà sono sorretti, al di sotto con travi in cemento rinforzato che lavorano su una luce abbastanza lunga. Il centro dispone di diverse sale fitness: piscina, sala pesi, guardaroba, spogliatoi, servizi igienici e un piccolo shop inerente alle attività sportive. La luce penetra nell’edificio tramite gli affacci che danno sulla corte centrale che è caratterizzata da facciate completamente vetrate.

https://www.rcpolo.com/sportcenter/es/visita-royal.asp

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Centro Religioso-Multiculturale

Il progetto è sito in Montespaccato ad ovest di Roma e prevede la realizzazione di un centro che presuppone la convivenza di tre luoghi di culto inerenti a tre diverse religioni, una biblioteca, un piccolo teatro, una mensa e una sezione per gli alloggi di supporto al centro.  L’idea di progetto è nata volendo trovare un elemento che accomunasse le tre religioni (Cattolica, Islamica ed Ebraica) ,per questo si è pensato a Mosè nell’atto di dividere le acque, trasformato simbolicamente nel nostro lotto in uno spacco nel terreno che divide lo spazio in due , una parte sacra e una profana. I luoghi di culto sono costituiti da un involucro esterno trasparente e uno interno che conferisce maggior privacy, dove possibile realizzati su 2 livelli, uno dedicato ai servizi, uno alle attività liturgiche. Tutti e tre gli edifici di culto sono direzionati verso il luogo di appartenenza della religione es. la moschea è in direzione di La Mecca. Dall’altra parte, quella profana, troviamo la biblioteca che è realizzata su 2 livelli e comprende servizi, aule studio e un patio, ed è orientata verso Alessandria. Il teatro è di piccole dimensioni e può ospitare fino a 150 posti a sedere. La mensa è di supporto a tutto il centro e porta con se la capacità di essere messa al servizio di 3 religioni differenti che vietano il consumo di determinati cibi. I posti alloggio sono più o meno per 10 famiglie e sono raggiungibili tramite una serie di rampe che porta all’ingresso singolo di ogni camera. Per quanto riguarda il giardino si è pensato di adottare un’allestimento a terrazzamenti con la piantumazione di ulivi e palme. I materiali sono per lo più lapidei simili al travertino oncinato, per le facciate continue, vetri camera oscurati con profilo a taglio termico, facciate ventilate dove la convezione dell’aria lo ritiene possibile e come pavimentazione dello spacco un disegno di Paul Klee.